PRIMO ESTRATTO DALLA RASSEGNA STAMPA 

“In questa notte buia e letale per il libero pensiero, in questo “2984” che proietta in avanti di mille anni il capolavoro di Orwell, niente è gratuito: dalla riscrittura di Enrico Remmert e Luca Ragagnin, capace di cogliere nel libro ciò che è classico e di farlo convivere con le nostre stagioni, alla regia di Emanuele Conte che amalgama elementi virtuali e fisicità con ritmo incalzante, all’interpretazione [degli attori].
[…] Grazie agli autori per non essere caduti nella trappola di una storicizzazione coatta e didascalica. Soltanto così, in una rilettura che lascia gli spettatori liberi di pensare se si tratti di profezia o di metafora e di figurarsi come meglio credono chi li condiziona, riproporre Orwell ha un seno.”
Silvana Zanovello IL SECOLO XIX

“Il Teatro della Tosse con “2984” è a una svolta perché Emanuele Conte dirige uno spettacolo maturo, che rinnova la tradizione rimanendo fedele al coraggio all’audacia che hanno sempre contraddistinto la compagnia fondata da suo padre Tonino e da Emanuele Luzzati. […] Questo è il vero Grande Fratello, inventato dallo scrittore inglese nel 1984 per dimostrare i rischi del totalitarismo. Un tema che nelle mani di Conte scivola piuttosto verso un’analisi delle tecniche sottili con cui il potere riesce a influenzare fino al plagio, ogni singolo individuo.”
Eliana Quattrini IL CORRIERE MERCANTILE

“Una scelta audace quella di Emanuele Conte in questo suo ultimo spettacolo […]. Audace perché in questa messa in scena il regista porta realmente gli spettatori a far parte di quanto accade sul palco (che palco poi non è) accompagnandoli in un percorso che genera in ognuno un profondo senso di disagio ed impotenza. […] Questo è il ben riuscito “2984” realizzato in collaborazione con il Festival della Scienza e tratto dal noto libro di Orwell il cui titolo cambia solo la prima cifra da1 a 2, ma che del testo originale mantiene l’essenza. […] Bravi gli attori della compagnia tra cui spicca l’elegante interpretazione di Enrico Campanati.”
Francesca Camponero IL GIORNALE

“Utopia è agli antipodi, questo mondo irrigimentato (come accade un po’ per “Metropolis” e un po’ con “Blade Runner”, per offrire due paragoni congrui) non offre spazi di libertà: la trappola di Whilem Reich (L’”assassinio di Cristo”) è perfettamente collaudata. […] televisori ovunque a scandire la parola d’ordine del regime. O della società, se so preferisce: the Big Brother, che tutto spia e tutto sa è un moloch repressivo chiamato a paradigma del villaggio globale: basta accendere la televisione oggi. Applausi al nugolo di carnefici e vittime.”
Stefano Bigazzi LA REPUBBLICA – IL LAVORO

“2984: Non uno spettacolo da guardare ma in cui sentirsi parte integrante, quasi un reality show. Con una serie di soluzioni coinvolgenti ma non invasive ne disturbanti, Emanuele Conte costruisce una complessa partitura registica che chiama tra gli interpreti anche gli spettatori. […] Di quadro in quadro attraverso un montaggio serrato, la sintesi del romanzo ci porta dentro gli aspetti più importanti di questa utopia negativa. […]Ci sono tutte le arti  (la Tv, il cinema, il video-clip, l’animazione) chiamate a raccolta in questo spettacolo teatrale […]: un teatro che si converte in macchina duttilissima predisposta ad ogni trasformazione che gli intepreti-tecnici compiono dal vivo. Da vedere-vivere. ”
Laura Santini MENTELOCALE – HYSTRIO

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